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 IL MUSEO DEL ‘900 A MILANO
Antonella Sassanelli

È sempre una bella notizia poter parlare dell’apertura di un museo e questo a Milano che, in controtendenza a tante città, già propone un ampio panorama di mostre ed eventi di alto valore. Il nuovo museo si trova nel cuore della città, in piazza Duomo ed offre un'ampia esposizione dell’ arte dell’ultimo secolo. Subito si viene accolti, quasi abbracciati, dal Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo, installato sulla rampa elicoidale, realizzata al centro dell’Arengario. L’opera di Pellizza da Volpedo, fu dipinta tra il 1898 e il 1902 e venne acquistata dai milanesi per pubblica sottoscrizione nel 1920 e per questo motivo questa grande fatica resterà visibile al pubblico gratuitamente per sempre. Ma veniamo al percorso museale vero e proprio: si comincia dalle Avanguardie Storiche internazionali e poi, in ordine cronologico si attraversano i grandi movimenti artistici italiani del XX secolo, fino agli anni ’70. Da Picasso, Braque, klee, kandiskij al Futurismo, nella sala detta Delle Colonne ecco la monografia dedicata a Umberto Boccioni, con una collezione che comprende il manifesto pittorico del futurismo Elasticità (1912). Quindi si può godere di opere di Giacomo Balla, Carlo Carrà, Gino Severini, Ardengo Soffici, Achille Funi, Fortunato Depero, Mario Sironi. Altre monografie vedono protagonisti Giorgio Morandi, Arturo Martini, Giorgio de Chirico, Fausto Melotti, Lucio Fontana, Piero Manzoni e Marino Marini. È stata dedicata una bella sala a De Chirico con, per lo più, le storiche e preziose opere degli anni ’20. Personalmente mi sarebbe piaciuto vedere anche un “Bagno misterioso”, questa serie di lavori così puliti, netti, percepibili. Una produzione tra le più alte e liriche di tutti i tempi. Per Fontana è stato allestito il salone della torre dell’Arengario, con bella vista sulla Madunina: uno spettacolo nello spettacolo. Si può ammirare il Soffitto Spaziale realizzato da Fontana nel 1956 per l'Hotel del Golfo a Procchio, all'isola d'Elba e la luce spaziale, con i neon che si duplicano riflettendosi nelle vetrate che danno sul Duomo e sulla Galleria. Burri è presente con opere di notevole importanza storica, ma non con la produzione che più esplica le ragioni del suo presentarsi degno di essere considerato tra i più grandi artisti del secolo scorso. E si prosegue con gli anni ’50: Emilio Vedova, Giuseppe Capogrossi, Gastone Novelli, Osvaldo Licini, Tancredi Parmeggiani, Carla Accardi. La frazione finale è dedicata agli anni Sessanta. Interessante che Manzoni sia presente con tutte le sue opere più note, all’Arte Cinetica e Programmata (molto gradita dai più piccoli !), Pop Art, Pittura Analitica e finalmente una manciata di Arte Povera, tra cui Alighiero Boetti, Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Giuseppe Penone, Jannis Kounellis, e Gilberto Zorio. Dalla Galleria d’Arte Moderna di Villa Reale è stata trasferita la collezione di Marino Marini, ecco perché si incontrano ben 77 titoli suoi, mentre di altri artisti ne compare uno solo e magari neanche di così rilevante fattura. L’ultimo ventennio, poi, non è pervenuto, almeno qui al Museo del Novecento. Speriamo sappiano porre rimedio e che non considerino l’Arte arrivata al capolinea.